Itinerario

I Racconti delle Pietre

I Percorsi della Memoria sono ideati per offrire la conoscenza più intima e profonda dei luoghi e delle comunità che vi abitano.

In ciascuno di essi sono proposti degli itinerari  che sono costituiti allo stesso tempo da luoghi ed eventi. Infatti, durante il percorso che seguiremo, racconteremo le storie personali di donne e uomini o gli eventi di cui sono stati protagonisti, inquadrandoli nei luoghi in cui queste storie hanno avuto luogo o hanno trovato compimento. Siamo convinti che solo in questo modo è possibile comprendere l’essenza dell’identità di un territorio e, allo stesso tempo, di come alcuni valori sono diventati patrimonio vitale di una comunità.

In questo caso proponiamo un itinerario urbano  particolare, in cui il percorso si sviluppa attraverso delle tappe che prevedono la visita a lapidi commemorative di eventi che riguardano storie personali di grande intensità, ma che al contempo hanno caratterizzato la storia collettiva recente della città di Bologna.

Lo scopo è liberare queste pietre dalla retorica commemorativa e dare loro nuova vita attraverso la narrazione delle storie dei personaggi che di quegli eventi furono artefici e dei quali, quelle lapidi, costituiscono uno sforzo di fornire un segno finale a futura memoria.

Il nostro tentativo è quello di ridare senso, attraverso la narrazione, al sacrificio di coloro che non hanno esitato, nemmeno davanti alle forme più brutali e inumane di violenza, a mettere in gioco la propria vita, affinché a chi venisse dopo di loro fosse affidato un mondo migliore. Un vero e proprio testamento, in cui la vera eredità è costituita dalle idee, dai sogni e dalle speranze, ma soprattutto dall’esempio di queste donne e uomini che da quelle lapidi, dai quei luoghi, ogni giorno ci tendono il testimone perché il mondo sia più libero e giusto di quello in cui hanno vissuto. È un nostro obbligo, affinché il loro sacrificio non sia stato vano.

Questi sono i motivi per cui abbiamo deciso di chiamare il nostro itinerario “I racconti delle pietre”.

L’itinerario prevede come prima tappa la visita alla Facoltà di Ingegneria. Questo luogo ha avuto un ruolo protagonista nel nostro percorso, poiché venne occupata dai nazisti e dai fascisti il 9 settembre 1943 e da quel momento divenne il comando militare delle truppe di occupazione; ruolo che si protrasse fino alla Liberazione. Per tutto questo periodo nella Facoltà di Ingegneria fu insediato l’ufficio investigativo che aveva il compito di contrastare la Resistenza. I partigiani, o sospetti tali, che venivano arrestati  erano reclusi in celle ricavate al primo e secondo piano dell’edificio e lì soffrivano le torture più disumane.

Scendendo da via Albergati sarà possibile vedere la famigerata palazzina, posta al numero civico 6 della strada. In questa palazzina anonima aveva sede il Servizio di Sicurezza. Il Servizio di Sicurezza era un reparto speciale delle SS incaricato dell’individuazione dei reati o dei potenziali nemici del nazismo, e dell’eliminazione degli oppositori.  Il SD era l’agenzia che raccoglieva le informazioni, mentre la Gestapo, era l’agenzia esecutiva del sistema di polizia politica.

Da qui proseguendo lungo Via Saragozza, verso il Meloncello, si raggiunge la terza tappa dell’itinerario: il monumento dedicato alle 128 donne partigiane della provincia di Bologna, che è ospitato all’interno del Parco di Villa Spada. Un luogo ricco di storia, in particolare di memorie risorgimentali. Il monumento è stato realizzato nel 1975 dagli architetti del Gruppo “Città nuova”, autori anche del memoriale di Sabbiuno.

L’itinerario prosegue in direzione dello Stadio, dove si trova la targa commemorativa dedicata ad  Árpád Weisz, indimenticabile allenatore del Bologna degli anni ’30.  Questi per le sue origini Ebree fu vittima delle leggi razziali in Italia, il suo percorso fu triste e tormentato ed ebbe la sua conclusione ad Auschwitz dove, insieme a tutta la sua famiglia, trovò la morte per mano nazista.

A breve distanza dallo Stadio incontriamo quella che fu la casa di Irma Bandiera e dove questa fu barbaramente ammazzata dalle squadre fasciste, dopo sette giorni di torture. Figura eccezionale della Resistenza Italiana che ha dimostrato nonostante la sua giovane età il significato di lealtà verso sé stessa, i suoi principi, i suoi compagni, ma soprattutto il suo coraggio nel difendere e lottare per i diritti e la libertà non solo suoi ma anche di tutti coloro che verranno dopo di lei.

Il nostro percorso continua in direzione del Cimitero Certosa, lungo il cui muro si trova la lapide dedicata all’eccidio di sei partigiani tra cui Francesca Edera De Giovanni. Prima donna partigiana ad essere fucilata dai fascisti, ma che mostrò il suo grande spirito combattivo fino all’ultimo momento, nonostante al momento della sua esecuzione avesse poco più 19 anni.

Un’altra lapide poco distante indica il luogo dove fu abbandonato il corpo di Giovanni Martini. Giovanni Martini conosciuto col nome di battaglia di “Paolo”, nel dicembre del 1944 guidò l’attacco alla prigione di San Giovanni in Monte dove furono liberati i prigionieri sia politici che quelli comuni e partecipò con ruolo attivo di vicecomandante sul campo alla Battaglia di “Porta Lame”. Sicuramente una delle menti più brillanti della Resistenza Bolognese.

Il nostro percorso si concluderà al “Sacrario dei caduti partigiani” di Pietro Bottoni, voluto fortemente dal primo sindaco della Bologna Repubblicana, luogo che funge da memoriale per tutti i partigiani bolognesi che hanno sacrificato la propria vita per il nostro paese.


The Routes of Memory are designed to offer the most intimate and profound knowledge of the places and communities that live there. In each of them are proposed itineraries that are at the same time made up of places and events. In fact, during the path that we will follow, we will tell the personal stories of women and men or the events that saw them as protagonists, framing them in the places where these stories took place or have found fulfillment. We are strongly convinced that only in this way it is possible to understand the essence of the identity of a territory and how some values ​​have become the vital heritage of a community.

In this case we propose a particular urban itinerary, in which the route develops through stages that include a visit to memorial stones of events that concern personal stories of great intensity, but at the same time have characterized the recent collective history of the city of Bologna.

The objective is to free these stones from celebratory rhetoric and give them new life through the telling of the stories of the characters who were responsible for those events. Events of which those commemorative plaques constitute an attempt to provide a final sign for future memory.

Our attempt is to give meaning, through narration, to the sacrifice of those who did not hesitate to put in play their lives, even in the face of the most brutal and inhuman forms of violence, to offer a better world to future generations.

A true testament, in which the present heritage is made up of ideas, dreams and hopes, but above all by the example of women and men who, from those memorial stones and from those places, every day, they pass us the baton so that the world may be freer and fairer than the one in which they lived. It is our duty, so that their sacrifice is not been in vain.

These are the reasons why we decided to call our itinerary “The stones tales”.

The first stage of the itinerary is a visit to the Faculty of Engineering. This place had a leading role in our journey, since it was occupied by the Nazis and the fascists on September 9, 1943 and from that moment became the military command of the occupying troops; a role that lasted until the Liberation. Throughout this period, in the Faculty of Engineering was established the investigative office that had the task of countering the Resistance. The partisans – or suspected such – who were arrested, were imprisoned in cells obtained on the first and second floor of the building and there suffered the most inhuman torture.

Going down from Via Albergati you can see the notorious building, located at number 6 of the street. The Security Service (SD) was based in this anonymous building. The SD was a special SS unit tasked with detecting crimes or potential enemies of Nazism, and eliminating opponents.  The SD was the intelligence-gathering agency, while the Gestapo was the executive agency of the political police system. The SD was responsible for several actions of suppression of partisans and retaliation against the civilian population.

From here, continuing along Via Saragoza, towards Meloncello, you reach the third stage of the itinerary: the monument dedicated to the 128 partisan women of the province of Bologna, which is housed in the Villa Spada Park. A place rich in history, in particular memories of the Risorgimento. The monument was built in 1975 by the architects of the “Città nuova” Group, who also designed the Sabbiuno memorial.

The route continues in the direction of the Stadium with the story of Árpád Weisz the famous football coach who, for his Jewish origins, was a victim of racial laws in Italy. His story was sad and tormented and had its conclusion at Auschwitz where, together with all his family, he found death by the Nazi hand.

A short distance from the stadium we meet what was the home of Irma Bandiera and where this was barbarously killed by the fascist brigades, after seven days of torture. Exceptional figure of the Italian Resistance who, despite her young age, demonstrated the meaning of loyalty to herself, her principles, her companions, but above all her courage in defending and fighting for the rights and freedom not only hers but also of all those who will come after her.

Our path continues in the direction of the Cemetery Certosa, along whose wall there is the plaque dedicated to the massacre of six partisans including Francesca “Edera” De Giovanni. The first female partisan to be shot by the fascists, but who showed her great fighting spirit until the last moment, despite the fact that at the time of her execution she was just over 19 years old.

Another memorial stone nearby indicates the place where the body of Giovanni Martini was abandoned. Giovanni Martini known as the battle of “Paolo”, in December 1944 led the attack on the prison of San Giovanni in Monte where both political and common prisoners were released and participated with active role of deputy commander on the field at the Battle of “Porta Lame”. Surely one of the most brilliant minds of the Bolognese Resistance.

Our journey will end at the “Shrine of the Partisan Fallen” by Pietro Bottoni, strongly wanted by the first mayor of Republican Bologna: Giuseppe Dozza, a place that serves as a memorial for all the Bolognese partisans who sacrificed their lives for our country.